La Scuola di Pittura Napoletana

Il light painting è esistito nella pittura da ben prima dell’avvento della fotografia: ad esempio nelle opere di Caravaggio, dove la luce – come abbiamo approfondito nel nostro articolo titolato « Caravaggio » – aveva un’importanza fondamentale. In questo articolo, parliamo della storia della Scuola di Pittura Napoletana, una delle più grandi scuole d’arte regionali in Italia, dal momento della sua fondazione al suo grande sviluppo: diverse sono le figure chiave che le hanno dato importanza, sia per la Scuola di Pittura che, più tardi, per la Scuola di Fotografia.

Nella prima metà del XIV secolo, Giotto lavorava a Napoli nella sua bottega, invitato ad affrescare gli interni del castello del Maschio Angioino e della Basilica di Santa Chiara. Anche se di queste opere oggi rimane ben poco, resta comunque fondamentale il passaggio del maestro toscano a Napoli, in quanto con il suo arrivo si formò il primo filone di seguaci che diede successivamente vita ad una scuola locale. Tra tutti, nel gruppo ci fu anche Roberto d’Oderisio, uno dei massimi esponenti della pittura napoletana del Trecento.

CC0. Niccolò Antonio Colantonio – San Girolamo nello studio

Tra la seconda metà del XIV secolo e l’inizio del XV secolo, la Scuola Napoletana si sviluppò sotto l’influenza delle opere di Pietro Cavallini e Simone Martini che hanno lasciato, rispettivamente, notevoli testimonianze della tradizione artistica fiorentina, romana e senese.

Dalla metà del XV secolo inizia il periodo rinascimentale nell’arte napoletana, in cui la pittura olandese ha avuto un’influenza notevole sull’Italia centrale e meridionale: a Napoli lavorò Colantonio, che riuscì a coniugare la tradizione italiana con quella dell’Europa del nord.

Il periodo che va fino agli inizi del XVI secolo è caratterizzato da artisti come Antonio Solario, Stefano Sparano e Antonio Rimpatta. L’attività di maestri come Pedro Fernández, Cesare da Sesto e Polidoro da Caravaggio ha contribuito al rinnovamento della pittura napoletana secondo i canoni dell’Alto Rinascimento e del primo Manierismo.

CC0. Fabrizio Santafede – Chiesa di Santa Maria la Nova

I maggiori rappresentanti della Scuola Napoletana della seconda metà del Cinquecento furono Marco dal Pino, Francesco Curia e Belisario Corenzio. L’arrivo di Dal Pino in città sarà un fattore importante per la pittura locale, perché dalla sua bottega uscirà il primo artista napoletano a far parte della grande stagione del secolo successivo: Fabrizio Santafede, che a sua volta, negli anni successivi fu maestro per altri artisti che guardavano alla nuova Napoli dell’arte che stava per nascere. Tra questi, Massimo Stanzione, Luigi Rodriguez e Giovanni Bernardino Azzolino: un vero preludio al periodo d’oro della pittura napoletana.

 La Scuola Napoletana raggiunse il suo apice e la piena indipendenza stilistica nei secoli XVII e XVIII e divenne una delle principali scuole di pittura in Europa: le opere di Caravaggio del periodo napoletano servirono come punto di partenza per la formazione dell’individualità creativa di Giovanni Battista Caracciolo (detto Battistello), Carlo Sellitto (nome d’arte di Carlo Infantino) e Louis Finson. Il primo a seguire le orme del Merisi fu Carlo Sellitto, il ritrattista più ricercato dell’aristocrazia napoletana e oggi definito il primo caravaggista napoletano.

CC0. José de Ribera – Saint Jerome

Il più grande artista della prima metà del XVII secolo fu lo spagnolo Jusepe de Ribera detto lo « Spagnoletto »: il suo stile si sviluppò a Roma tra i più fedeli seguaci di Caravaggio. Quasi tutti i dipinti di Ribera furono realizzati a Napoli, dove si sposò nel 1616: le sue opere erano destinate principalmente ai viceré spagnoli locali, che mandavano i quadri in Spagna. Grazie a Ribera, Napoli è sempre rimasta una città d’arte e le sue opere sono esposte in quasi tutti i musei cittadini, oltre che alla chiesa del Gesù Nuovo e alla Certosa di San Martino. L’arrivo di Ribera in città coincide all’incirca con la fine della stagione di Caravaggio: non è un fatto da trascurare, perché un altro maestro di livello internazionale fu in grado di continuare il percorso artistico dell’artista lombardo.

CC0. Luca Giordano – St. Michael

Sotto l’influenza di Ribera si formarono gli stili di Massimo Stanzione e Aniello Falcone: quest’ultimo divenne il maestro di Salvator Rosa, uno dei più grandi maestri napoletani. Non solo un grande pittore, ma anche un eccellente musicista, poeta e attore. Un altro allievo di Ribera fu Luca Giordano: si tratta del più grande maestro della seconda metà del XVII secolo su scala mondiale, primo pittore napoletano a diventare famoso al di fuori della sua città natale. Lavorò con grande successo a Firenze, Venezia e alla corte reale in Spagna. Il suo lavoro divenne la base per la scuola napoletana del XVIII secolo, sia per Francesco Solimena (il più grande rappresentante della scuola napoletana del XVIII secolo), sia per maestri meno importanti come Francesco de Mura o Corrado Giaquinto. La tradizione realistica caravaggista continuò nell’opera di Gaspare Traversi.

CC0. Francesco Solimena – Diana and Endymion

Nel Settecento, la pittura di Napoli fu dominata da artisti locali che, influenzati dall’opera di Luca Giordano, dipinsero opere molto vicine a quelle della Scuola Veneziana. Uno dei pittori di corte più redditizi fu senza dubbio Fedele Fischetti, che lavorò nei palazzi di Cellamare, Fondi, Carafa di Maddaloni, Capodimonte e Carditello, fino alla reggia di Caserta.

CC0. Fedele Fischetti – La toilette de Psyché

Influenzata, da un lato, dal paesaggio classicista (Salvator Rosa, Claude Gellée detto Lorrain, e altri) e, dall’altro, dalle innovazioni dei pittori inglesi (William Turner, John Constable), nacque la Scuola di Posillipo. Questa scuola si costituì intorno al 1820 grazie a Giacinto Gigante e allo studio di Anton Sminck van Pitloo – paesaggista olandese vissuto a Napoli dal 1816, tra i primi a dipingere all’aperto -, che divenne luogo di incontro e formazione per giovani artisti. Il focus di questa scuola era l’idealizzazione del paesaggio italiano. Allo stesso tempo, non solo i pittori locali (Giacinto Gigante e altri), ma anche gli stranieri residenti nel Regno di Napoli (Antonio Pitloo e Sylvester F. Shchedrin) aderirono alla scuola di Posillipo.

CC0. Giacinto Gigante – The Bay of Naples with a view of Mount

La Scuola di Posillipo completa la storia dello sviluppo della Scuola Napoletana: a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, gli artisti napoletani vennero progressivamente influenzati da altre scuole e correnti pittoriche, pur mantenendo un impegno per la rappresentazione di scene quotidiane della città, nonché di alcune caratteristiche tipiche del folklore napoletano.

Foto di copertina – CC0. Caravaggio – The Martyrdom of Saint Ursula

Fonti:

  1. Hersey G.L. Alfonso II and the artistic renewal of Naples: 1485–1495. New Haven, 1969
  2. Causa R. Pittura napoletana dal XV al XIX secolo. Bergamo, 1957
  3. Civiltа̀ del Seicento a Napoli. Napoli, 1984. Vol. 1–2
  4. Civiltа̀ dell’Ot­to­cento: le arti a Napoli dai Borbone ai Savoia. Napoli, 1997. Vol. 1–3
  5. Spinosa N. Pittura napoletana del Settecento. Napoli, 1986–1987. Vol. 1–2
  6. Negri Arnol­di F. Scultura del Cinquecento in Italia me­ri­dionale. Naples, 1997
  7. Carlo Sellitto, primo caravaggesco napoletano (catalogo mostra), Napoli 1977
  8. Ferrari, Luca Giordano – Nuove ricerche e inediti, Editrice Electa , 2003

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