La Napoli di Eugenio Buono tra Ottocento e Novecento

Gli scaffali di alcune case napoletane possono ancora riservare sorprese per la storia della fotografia. Villa Buono a via Tasso ci ha donato numerose lastre che raccontano le passioni del pittore Eugenio Buono (1860 – 1948) e ci mostrano in immagini inedite la città nell’Ottocento e molto altro. La scoperta è stata realizzata da Fernando De Angelis, pronipote del pittore.

Il ritrovamento riveste particolare importanza in quanto consente di approfondire il rapporto tra pittura e fotografia a Napoli nella seconda metà dell’Ottocento. Da una prima visione delle lastre emerge il talento fotografico del pittore, che realizza immagini di straordinario fascino, proponendosi come un autore di grande interesse.

Napoli, via Foria. Fraticello questuante e venditori ambulanti.

Eugenio Buono (1861-1948) fu allievo di Domenico Morelli all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Successivamente si è trasferito a Roma dove per due anni fu allievo del Maccari. Tenace nello studio e nella ricerca, ha sempre mirato al perfezionamento della propria produzione; pittore paesaggista, ha avuto comunanza di idealità e di tendenze con Vincenzo Caprile, Giuseppe de Santis, Vincenzo Migliaro ed Ettore Cercone; ha eseguito anche soggetti militari. Artista molto prolifico, ha esposto la prima volta alla mostra nazionale di Venezia nel 1887 ed in seguito ha partecipato con assiduità alle più importanti manifestazioni italiane ed estere quali quelle di Roma, Milano, Genova, Torino, Vienna, Praga, San Pietroburgo, Berlino, Monaco di Baviera, Principato di Monaco, Londra e S. Luis. E’ stato presente anche alle promotrici di Napoli nel 1891, 92,96 e 97.

Fra le sue opere vanno ricordate, Casa delle Vestali, esposta a Venezia nel 1887, Case bianche inviata a Milano nel 1891, In piazza d’armi esposta a Milano nel 1894, Dintorni di Napoli, Sole in settembre, Lo stato d’assedio a Napoli, Marina di Capri, Sulla via della Puglia, Ritorno dal mercato di Cerreto Sannita inviata alla biennale di Venezia del 1910 e Ritorno dalla pesca.”(Roberto Rinaldi “Pittori a Napoli nell’Ottocento” 2001).

Il circo di Buffalo Bill a Napoli, 1893

Tra le curiosità dell’archivio, sono da segnalare, le immagini del circo di Buffalo Bill a Napoli, realizzate, probabilmente nel 1893 e che ad oggi sono le uniche conosciute di quest’evento, che ebbe una grande rinomanza in città all’epoca. Numerose altre immagini hanno come soggetto parate ed esercitazioni militari.

Da sottolineare è, poi, l’amicizia intensa e fraterna con Vincenzo Gemito, testimoniata da alcune lastre, che lo ritraggono al lavoro nel suo studio.

Villa Buono a fine Ottocento fu un cenacolo di artisti ed intellettuali ed il nostro fu una personalità di rilievo nelle vita culturale napoletana. Fu un uomo gioviale e generoso ed aiutò sempre economicamente i suoi amici artisti meno fortunati. Appartenente ad una ricca famiglia napoletana aveva tre fratelli e due sorelle. Fu l’unico a non seguire la carriera militare in quanto il fratello Ernesto fu ammiraglio, Eduardo generale e Felice ufficiale.

Dedica di Vincenzo Gemito ad Eugenio Buono, 1910

Uomo colto e raffinato, amante del bello, ha dedicato la sua vita completamente all’arte, non temendo i giudizi di chi, anche in famiglia, lo considerava solo un po’folle. Per fortuna è il tempo il vero giudice ed Eugenio Buono si presenta a noi, con queste lastre, come una personalità curiosa, instancabile, uno sguardo sensibile e non di maniera della Napoli di fine Ottocento. Buono è un grande innovatore sia nello stile che nella scelta dei soggetti. Una personalità per alcuni versi assimilabile al pittore Michetti suo contemporaneo e per altri al conte Primoli, che la critica giudica uno dei maggiori fotografi dell’Ottocento. Questi accostamenti sono, però, solo un punto di partenza, in quanto il nostro si presenta con caratteri di originalità così evidenti, che meritano di essere approfonditi con la massima cura. Libero da obblighi di committenza seguì solo la sua curiosità e la sua ricerca senza aver paura di commettere errori o di trasgredire le regole. Dobbiamo essere rispettosi per questa eredità inattesa, poiché oltre le lastre vi è un uomo sincero, vero, pieno di passione ed umanità, che deve emergere in tutta la sua grandezza.

L’archivio è composto da molte lastre nei formati 4x6cm 6x9cm 9x12cm e 13×18.

Scena di strada fine Ottocento

Le lastre purtroppo sono in cattivo stato e richiedono un intervento di conservazione, restauro con conseguente catalogazione e digitalizzazione in modo da rendere fruibile l’intero archivio agli studiosi .
I fondi più rilevanti riguardano Napoli, Venezia, Cerreto Sannita, Caiazzo e soggetti militari. Sono immagini di straordinario interesse, poiché ritraggono la vita quotidiana delle classi più umili, degli aristocratici e dei ricchi borghesi alla fine dell’Ottocento. Scene di vita quotidiana, mercatini, ritratti di popolane, pescatori , ma anche aristocratici, militari e concorsi ippici sono i soggetti ripresi. Di grande interesse sono le immagini di Cerreto Sannita e Caiazzo, poiché sono una documentazione della vita contadina alla fine dell’Ottocento.

L’attività di fotografo di Eugenio Buono era totalmente sconosciuta agli studiosi, poiché le immagini sono nate come modello per i suoi quadri e non hanno avuto mai nessuna circolazione. Si comprende bene, quindi, l’importanza del ritrovamento, che presenta lastre totalmente inedite.

L’archivio è conservato dal centro studi Nadar a Caiazzo dal 2006.

Eugenio Buono ha frequentato spesso il territorio del Caiatino in quanto la sorella, Maria Buono, aveva sposato Ferdinando De Angelis, la cui famiglia nel 1826 aveva acquistato il feudo di Caiazzo. Il pittore ha soggiornato per lunghi periodi presso il castello di Caiazzo, dove aveva un suo studio e dove senz’altro deve aver trovato spunti per la sua ricerca artistica.

di Luca Sorbo – esperto in storia e tecnica della fotografia, già docente Accademia di Belle Arti

Fonte:

https://www.sudnotizie.com/la-napoli-di-eugenio-buono-tra-ottocento-e-novecento/

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