Storia della Società Fotografica Napoletana

Società Fotografica Napoletana è stata creata nel 1885 sotto il nome “Dilettanti fotografi di Napoli (Naples Camera Club)” con sede a Villa Comunale. Villa Comunale è il parco più fondamentale ed evidente di Napoli, anche nel sud Italia. Il parco fu originariamente un “Giardino Reale”, riservato ai membri della Famiglia Reale, ma aperto al pubblico in particolari festività come la Sagra della Piedigrotta. Il parco fu stato aperto al pubblico in modo permanente nel 1869 dopo l’Unità d’Italia.

Villa Comunale CC0. Giacomo Brogi – Public gardens and Riviera di Chiaja

Tra i fondatori sono:

Duca di Schiavi (Presidente);

Sig. Waldemaro Fuchs (Vicepresidente);

Principe Federico Pignatelli (Dirigente Comitato direttivo)

Sig. Cav. Raffaele Montuoro (Consigliere)

Sig. Cav. Luigi Fortunato (Consigliere)

Il Comitato direttivo era l’organo esecutivo della Società.

A quel tempo, una delle idee principali fu la creazione degli archivi d’immagini ovunque, che nel secolo successivo le fotografie sarebbero diventate lo strumento più prezioso per ricordare la storia delle persone in tutto il mondo.

Verso il 1880 comunque, nel momento stesso in cui il pittoricismo trovava la propria teorizzazione scritta, cominciavano a farsi strada nel campo della fotografia esigenze profondamente diverse e scopi. Quindi, c’era bisogno di letteratura appropriata, riviste della fotografia, dove sarebbero state descritte le principali tendenze e notizie. Società Fotografica Napoletana pubblicò il “Bollettino insieme con dell’Associazione amatori di fotografia in Roma dell’Associazione amatori di fotografia in Roma e dei dilettanti fotografi (Camera club) di Napoli”.

Lo scopo della Società:

La Società riunì un gruppo di fotografi napoletani e fotografi dal tutto del mondo per la produzione e la preservazione della cultura fotografica. Maestro e professionisti della fotografia, membri principali della Società organizzarono progetti e incontri fotografici (collettivi, anche personali), mostre, riunioni regolari dedicati all’analisi di autori fotografici, dell’utilizzo di mezzi e approcci in mestiere della fotografia. Conseguentemente hanno condiviso la loro conoscenza e pratica nel campo della fotografia.

Per loro la fotografia fu come una forma d’arte e di espressione della vita. In questo modo loro tentarono a “fermare il tempo” e fecero vivere emozioni, persone e oggetti.

Volontariamente tutti membri della Società promossero le ricerche, le conoscenze e gli studi sulle questioni inerenti al patrimonio culturale e fotografico e la storia della fotografia in genere. Loro lavorarono costantemente anche per la educazione, il miglioramento della capacità dei fotografi dilettanti.

Regolarmente la Società ha pubblicato lo Statuto ed elenco dei soci.

(Dilettanti fotografi di Napoli (Naples camera club); statuto ed elenco dei soci. Napoli, tip. Francesco Giannini e figli, 1891 (1892, 1895 etc.)

I Membri Onorati della Società

Nel Naples Camera Club, figurano altri fotografi dilettanti, in maggior parte aristocratici, dei quali sono in grado di segnalare alcune opere presso gli Eredi Sirignano, a Napoli.

Giuseppe Caravita (1849 – 1920), principe di Sirignano fu un gentiluomo fotografo, segretario nel Ministero di grazia e giustizia e più tardi capo di gabinetto del prefetto di Roma, imprenditore napoletano di primo piano di fine secolo. Annuario Santoponte del 1905 lo segnala come fotografo dilettante; ma già nel 1895 egli è annoverato fra i soci fondatori del Naples Camera Club.  Giuseppe fu un animatore di numerose iniziative culturali a Napoli, a partire dalla fondazione, nel 1888, della Società Napoletana degli Artisti, poi Circolo Artistico.

Arturo Cerio (1868-1931), fu un pittore, la formazione è da collegare all’ambiente accademico partenopeo, fratello del più noto Edwin Cerio, si avvicina alla fotografia pensando di sfruttarla ai fini della propria attività pittorica. Grazie al Naples Camera Club, trovò in essa un mezzo espressivo di insospettata dignità, tale da soddisfare in pieno le proprie esigenze di comunicazione. Uomo di raffinata cultura mitteleuropea, Cerio viaggiò molto, sia in Italia (Roma, Napoli, Venezia, Sicilia, Asti ecc.) che all’estero e specie in Germania e a Dresda, dove si sposa nel 1899. Le sue fotografie sono realizzate in uno stile e in una tecnica fedeli ancora ad una concezione strettamente naturalistica della fotografia, intesa non solo come strumento attraverso cui è possibile attingere alla creatività, ma anche come tecnica di registrazione del reale. Tranne un certo numero, pure abbastanza consistente di istantanee di viaggio, le immagini di Cerio sono in genere costruite su sapienti equilibri di tipo pittorico ed hanno come soggetto la natia Capri visitata nei suoi costumi, attraverso il bozzettismo e la veduta.

Giovanni Gargiolli (1838-1913), un fotografo italiano è stato fondatore e direttore del Gabinetto Fotografico Italiano. Circa duecento fotografie di lui erano state messe in luce in una mostra tenuta a Roma dall’Istituto centrale per il Catalogo e la Documentazione.

In bianco e nero modo Giovanni ha dettagliati fregi, cicli pittorici, monumenti: un immenso patrimonio culturale che sarebbe in parte scomparso, fatta eccezione per le sue fotografie, annientato dal rinnovamento urbano (soprattutto a Roma, durante il regno di Umberto I e successivo periodo), i terremoti e la seconda guerra mondiale.

Gargiolli ebbe un ruolo attivo nel dirigere e nello sviluppo sostenibile della Società, dato un grande contributo al campo della fotografia, pubblicato regolarmente i suoi articoli in Bollettino della Società. (“Fluisti e nettisti. Il ritratto”, “Sull’applicazione di una lente convergente avanti l’objettivo”, “Ottica fotografica”).

Gargiolli risolvé tante questioni, anche quelle che sembrerebbero più composte, stilistiche o con equazioni matematiche, o con la progettazione di ottiche e strumentazioni innovative. Il suo credo è chiaramente espresso nell’affermazione che «l’arte fotografica deve essere esercitata sulla base di studi sufficienti di fisica, di ottica e di nozioni di matematiche».

Giuseppe de Montemayor era Marchese e fotografo dilettante sodale dell’Associazione Dilettanti Fotografi di Napoli (Naples Camera Club). Si dedicò alla riproduzione delle opere d’arte e d’architettura che illustrano “Napoli Nobilissima” in particolare nell’annata del 1892 del Montemayor ci restano immagini della Floridiana, del ponte di Chiaia, dell’Arco della Chiesa di s. Eligio (Del Pesco 1981).

Foto di copertina:

CC0. Michele Amodio. Naples. Chiatamone et Château de l’Oeuf

CC0. Alphonse Bernoud. Naples, Boschetto della Villa Reale. Florence, Place S. Maria in Campo

CC0. Giorgio Sommer. Colonna Vittoria. Napoli

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